Recensione. "Io, Casanova" di Ida Amlesù.
Vi è un rischio considerevole, una lama perniciosa pronta a tagliare la carne. Ritengo che sia quasi impossibile parlare di questo romanzo senza parcellizzarlo. Ma il volto più insidioso del pericolo risiede nella tendenza a banalizzarne il contenuto, che può essere compreso unicamente attraverso la lettura integrale del testo.
Parlare della penna, del registro stilistico o degli scenari in cui si muovono i personaggi - descritti con eleganza e maestria - mi sembra superfluo, quasi scontato. Sebbene questo sia il primo romanzo che leggo dell'autrice, fin dalle prime pagine ero già consapevole di ciò che mi sarebbe stato offerto. Per questo, preferisco concentrarmi sui personaggi: anime dai mille colori che vagano, si affermano, pretendono, ricevono e offrono.
Nonostante si parli di maschere, non si assiste mai a una vera tipizzazione del personaggio. Essi sono capaci di aderire e compiere quello che è il male banale, di essere sottomessi e di sottomettere il prossimo.
Il mio cuore è devoto a un personaggio atipico, con cui ho avuto l'opportunità di forgiare un legame autentico, nato spontaneamente da un sentimento disinteressato. Prima donna, poi uomo. Serva, poi padrona. Anna, e poi
Casanova, Bellino, Angiola, e tanti altri. Un volto, tante maschere. Capace di ricomporsi, studiarsi, comprendersi e, forse, dopo tanti sforzi, amarsi. Il personaggio di Anna accompagna il lettore in un viaggio sterminato. Parla, agisce, mostra ciò che vede - anche con gli occhi degli altri. Ruba la vita del prossimo e la fa sua, a tal punto da unire le menti, renderle una cosa sola. Nessun pensiero biforcuto: la vita di uno si unisce e completa quella dell'altro. Un unica memoria. Ricordi che si sovrappongono nel medesimo essere
- Il piccolo Perseo.
Complimenti, bellissima recensione vado a recuperarmi il libro❤️
RispondiEliminaGrazie mille. Spero che possa piacerti! <3
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