Recensione. "L'auriga" di Mary Renault.

De “L’auriga” di Mary Renault non verrà rilasciata nessuna recensione. Le ragioni sono le medesime degli altri romanzi:
- si banalizza il contenuto, poiché non è possibile tramandarlo, o sintetizzarlo in qualche modo;
- sarei poco oggettivo, malgrado non abbia mai cercato di esserlo.
Una cosa, tuttavia, voglio esplicitare: è il miglior libro che abbia mai letto. E questo è tutto ciò che posso dire in merito.
Ebbene, le seguenti parole che hai letto sarebbero dovute essere le uniche che avrei utilizzato per commentare il titolo protagonista della recensione di oggi. Tuttavia, mi è stato fatto notare che non avrei, agendo in questo modo, contribuito alla diffusione del romanzo. Un titolo unico nel suo genere, caratterizzato da una penna sublime, impeccabile sotto diversi punti di vista e ricco di citazioni e riferimenti culturali di un certo spessore - partendo dal titolo stesso, un esplicito tributo al mito dell’Auriga proposto dalla dottrina filosofica di Platone.
In questo titolo, scritto pochi anni dopo la fine della seconda guerra mondiale, vengono dettati i motivi delle opere che legheranno la Renault al mondo antico. Un’autrice capace di declinare e subordinare la forma al contenuto, dando vita a un prodotto organico e terribilmente vivido. I toni del romanzo seguono, in qualche modo, la personalità della figura centrale, in questo caso Odell. Vi è solo una critica che mi permetto di muovere: avrei preferito che il contesto storico fosse meno marginale, un po’ come avviene negli altri titoli dell’autrice - pensiamo alla trilogia dedicata ad Alessandro Magno. Invece, sul primo piano si palesano le vicende che animano la vita del protagonista, un uomo dalla spiccata tendenza a essere accomodante con il prossimo, un mediatore spinto ad abbandonare il suo ruolo per prendere una decisione. La scelta è un tema centrale nel romanzo, che trova la propria esasperazione - o compimento - nel finale, di cui poco posso dire. Quest’ultimo si allontana dalle "grandi" chiuse, epiche o tragiche, dei titoli ambientati nel mondo antico. Vi è in questo finale l’edificazione di un nuovo equilibrio per Laurie.
Il lavoro svolto sugli altri personaggi, siano essi secondari o marginali, è magistrale. Essi rispondono a esigenze, talvolta intrinseche, che affollano l’animo umano, generando una perfetta mimesi della nostra realtà.
Dunque, è possibile affermare che “L’auriga” sia il miglior romanzo scritto dall’autrice? No, non concordo con tale affermazione. Seppure, per una mia posizione prettamente soggettiva, io sia una persona che sostiene il contrario. Ciononostante, la mia parte razionale riconosce che tale testo non può essere comparato con altri colossi, sempre scritti dalla Renault, quali “La maschera di Apollo” e “Il ragazzo persiano”. Ma nel mio cuore troverete inciso il nome di Laurie Odell.
Insomma, non posso che consigliare questa storia, la quale è stata traslata su carta per tutti, ma che in pochi possono realmente comprendere. Poiché “L’auriga” sceglie i soggetti a cui rivelare il suo arcano, un segreto che sussurra alla tua essenza. Mi avvio alla conclusione della recensione esprimendo la trepidante attesa che scandisce l'uscita delle traduzioni dei romanzi della Renault.

Trama:
Ferito a Dunkerque, Laurie Odell viene ricoverato in un ospedale militare nella campagna inglese. È qui che incontra Andrew Raynes, un obiettore di coscienza che lavora come inserviente. Nasce tra loro un'intensa amicizia che presto si muta in una delicata, casta storia d'amore. Un giorno però nella vita di Laurie riappare Ralph Lanyon, un ex compagno di studi che, poco prima di lasciare la scuola, gli aveva regalato una copia del Fedro di Platone. Un volume da cui Laurie non si è mai separato. Negli ambienti omosessuali che inizia a frequentare, Laurie conosce uomini lussuriosi e sentimenti decadenti. Come l'auriga del mito platonico, che guida il carro dell'anima tra gli opposti impulsi del cavallo bianco e di quello nero, Laurie si troverà a dover scegliere tra gli ideali dell'innocenza e gli appaganti piaceri dell'esperienza. Tradotto per la prima volta in italiano, L'auriga (1953) è un intenso romanzo di formazione e di scoperta di sé, del mondo e delle sue norme, tra inganni e tenerezza, tradimento e amore.

- Il piccolo Perseo
03/08/25
 

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