Recensione. "Anna" di Niccolò Ammaniti.
I dubbi che avevo espresso riguardo a questo romanzo non sono stati completamente dissipati sin dalle prime pagine. Nella mia testa albergava un pensiero fisso: sto leggendo un romanzo collocabile nella zona grigia dell'Ammaniti che avevo tanto amato in passato.
L'idea posta alla base del libro emana un sentore di visto e rivisto - un mondo devastato da una terribile pandemia, dalla quale è impossibile fuggire, e che si palesa unicamente negli organismi adulti, lasciando indenni i bambini -. Il ritmo degli eventi è calzante, non vi è un solo conflitto cristallizzato che detta le sorti di tutta la trama. I veri protagonisti della storia sono i piccoli, che in base alle loro tendenze razionali, o irrazionali, prendono atto alla cruda lotta per la sopravvivenza. Lo sfondo di tale lotta è la Sicilia, terra che, in quanto privata dei ruoli e delle figure degli adulti, si presenta in uno stato decadente. I bambini si organizzano in micro e macro organismi, caratterizzati da proprie regole e metodi. E come era ampiamente prevedibile questi nuclei entrano in conflitto tra loro, mimando perfettamente le peggiori tendenze dell'uomo.
Nel momento in cui si parla del personaggio di Anna bisognerebbe delineare dei paralleli con gli altri protagonisti dell'autore. La prima possiede una statura idealizzata, che la priva degli impulsi tipici della sua età.
Ciò non avviene con Michele, questo confronto potrebbe essere contestato per via della differenza d'età tra i due, e Cristiano, baluardo di determinate tendenze infantili. Tutte le spinte che Anna non possiede vengono concentrate in Astor, fratello minore di quest'ultima. Ergo, leggere un romanzo di Ammaniti dove il protagonista sa sempre cosa fare sottrae al lettore il piacere di conoscere gli schemi mentali di tale personaggio. Gli sviluppi della storia sono, ahimè, prevedibili. Lo stesso vale per il finale - non bisogna sforzare più di tanto le meningi per immaginare ciò che succederà -.
L'idea posta alla base del libro emana un sentore di visto e rivisto - un mondo devastato da una terribile pandemia, dalla quale è impossibile fuggire, e che si palesa unicamente negli organismi adulti, lasciando indenni i bambini -. Il ritmo degli eventi è calzante, non vi è un solo conflitto cristallizzato che detta le sorti di tutta la trama. I veri protagonisti della storia sono i piccoli, che in base alle loro tendenze razionali, o irrazionali, prendono atto alla cruda lotta per la sopravvivenza. Lo sfondo di tale lotta è la Sicilia, terra che, in quanto privata dei ruoli e delle figure degli adulti, si presenta in uno stato decadente. I bambini si organizzano in micro e macro organismi, caratterizzati da proprie regole e metodi. E come era ampiamente prevedibile questi nuclei entrano in conflitto tra loro, mimando perfettamente le peggiori tendenze dell'uomo.
Nel momento in cui si parla del personaggio di Anna bisognerebbe delineare dei paralleli con gli altri protagonisti dell'autore. La prima possiede una statura idealizzata, che la priva degli impulsi tipici della sua età.
Ciò non avviene con Michele, questo confronto potrebbe essere contestato per via della differenza d'età tra i due, e Cristiano, baluardo di determinate tendenze infantili. Tutte le spinte che Anna non possiede vengono concentrate in Astor, fratello minore di quest'ultima. Ergo, leggere un romanzo di Ammaniti dove il protagonista sa sempre cosa fare sottrae al lettore il piacere di conoscere gli schemi mentali di tale personaggio. Gli sviluppi della storia sono, ahimè, prevedibili. Lo stesso vale per il finale - non bisogna sforzare più di tanto le meningi per immaginare ciò che succederà -.
Trama:
In una Sicilia diventata un'immensa rovina, una tredicenne cocciuta e coraggiosa parte alla ricerca del fratellino rapito. Fra campi arsi e boschi misteriosi, ruderi di centri commerciali e città abbandonate, fra i grandi spazi deserti di un'isola riconquistata dalla natura e selvagge comunità di sopravvissuti, Anna ha come guida il quaderno che le ha lasciato la mamma con le istruzioni per farcela. E giorno dopo giorno scopre che le regole del passato non valgono più, dovrà inventarne di nuove. Con "Anna" Niccolò Ammaniti ha scritto il suo romanzo più struggente. Una luce che si accende nel buio e allarga il suo raggio per rivelare le incertezze, gli slanci del cuore e la potenza incontrollabile della vita. Perché, come scopre Anna, la "vita non ci appartiene, ci attraversa".
- Il piccolo Perseo
28/12/24
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