Recensione. “Era” di Jennifer Saint.

Ritengo che sia opportuno ringraziare
la @sonzognoeditori per la copia del romanzo di cui oggi vi parlo. È stato un regalo fantastico, un gesto che ha scaldato il mio cuore. Insomma: grazie, grazie e grazie.


Jennifer Saint torna in libreria con "Era", uno scritto di un'autrice nel pieno della sua maturità e consapevolezza.
Finalmente con questo quarto romanzo ho visto emergere quegli aspetti che ho sempre cercato nei suoi testi precedenti.
Le fonti utilizzate dall'autrice vengono declinate sulla base di un'idea forte e originale, nata da una visione nelle vicende mitologiche di stampo femminista. Ergo, tutti gli eventi sono veicolati al riscatto di una figura complessa, rielaborata, presentata al pubblico con una nuova veste.
La regina degli dèi subisce un processo che la porta a essere compresa dal lettore, umanizzata affinché sia possibile forgiare con quest'ultimo un rapporto sincero.
Ella cade in errore e lo riconosce. Emblematico è il caso in cui la protagonista, la quale non possiede il dominio sulla narrazione, poiché non troviamo un impianto autodiegetico, comprendere di aver alimentato dall'interno quel nemico che desiderava abbattere. Maturata quest'idea, intuisce come sia impossibile, difficile, separarsi da quel nucleo che tanto ha odiato.
Non nego di aver focalizzato la mia attenzione principalmente sul finale, poiché esso, come ho già avuto modo di affermare nella scorsa recensione dedicata ad Atalanta, risultava frettoloso. Come se fosse stato scritto di impulso.
Questa carenza viene colmata. Tutti i presupposti della chiusura effettiva vengono sviscerati negli ultimi capitoli, donando una dimensione d'insieme al testo.


Quindi, perché doversi leggere Era? La risposta è semplice, e non si esaurisce unicamente all'amore per la mitologia greca. Questo romanzo dovrebbe essere letto da coloro che desiderano ascoltare una nuova voce, una nuova interpretazione di una figura tanto famosa ma poco esplorata.


- Il piccolo Perseo

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