Recensione. "Country Zombie Apocalypse" di L. Filippo Santiello
Con questo breve racconto, il lettore è invitato a esplorare un’Italia ormai frantumata a causa di un’epidemia su scala mondiale, che ha portato alla “nascita” dei cosiddetti ritornanti - così battezzati da uno dei protagonisti dell’opera- . Questi esseri vengono generati nel momento in cui una persona, dopo aver effettuato un vaccino per contrastare una nuova malattia virale, perisce. Il vaccino, infatti, dopo un determinato periodo di tempo dal decesso, provoca il ritorno “in vita” delle salme. L’unico modo per debellare i ritornanti è colpirli in specifiche zone del corpo, in particolare alla testa. Tra i protagonisti spicca Alessandro, un ragazzino caratterizzato da un profondo amore per la cultura popolare che ruota attorno alla figura dello zombie. Egli decide di formare una squadra composta da se stesso e dai suoi nonni, specializzata nell’annientamento dei ritornanti, con l’obiettivo di proteggere la popolazione locale dalla nuova minaccia. Vi sono alcuni elementi del racconto che non ho apprezzato. In primo luogo, mi sono chiesto perché il governo non abbia preso alcun provvedimento per tutelare i cittadini. Ritengo che questo aspetto, forse destinato a essere approfondito nei capitoli successivi, avrebbe meritato una maggiore attenzione già nel primo volume. Un altro elemento che mi ha lasciato perplesso è il linguaggio: in alcune sezioni risulta eccessivamente grottesco. La penna dell’autore è ruvida, non cerca di addolcire il messaggio né la narrazione. Come contraltare è presente una componente ironica che riesce a strappare al lettore qualche sorriso. Il pregio principale di questa lettura risiede nella sua brevità: può essere affrontata nell’arco di poche ore, senza richiedere quella continuità che viene imposta, per definizione, da un romanzo.
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